Coleco Adam
L’ archeologia digitale mostra una successione di esemplari che, come abbiamo visto finora, accompagnano in un mondo unico, tutti coloro (già esperti o alle prime armi) che vedono il mondo dell’informatica e della tecnologia, la passione più grande della loro vita.
Oggi vogliamo parlare di Coleco Adam, un home computer che venne rilasciato dalla Coleco nel 1983.
Oltre ad essere un home pc è al tempo stesso un dispositivo di espansione per ColecoVision.
La sua nascita si ricollega al fatto che doveva essere un tentativo di seguire il successo che la console per videogiochi ColecoVision aveva generato ma, purtroppo, non riscosse un enorme successo, (in parte per via dei problemi che scaturirono già dall’inizio della sua produzione) e, di conseguenza, cessò un paio di anni dopo.
Vediamo insieme un po’ di storia:
L’azienda Coleco annunciò innanzitutto l’Adam al Summer Consumer Electronics Show nell’estate del 1983, prevedendo una vendita di circa mezzo milione entro Dicembre 1983. Una volta che la sua commercializzazione iniziò, il prezzo aumentò immediatamente, passando da 525 dollari a 725 negli USA. Immediatamente, i concorrenti più spietati, quali Commodore ed Atari, annunciarono un bundle di pc e stampanti simili, facendo sì che la Coleco si trovò costretta a creare una forte campagna marketing rivolta ad un’audience che ricopriva la fascia di ragazzi dagli 8 ai 16 anni insieme ai loro padri, che rappresentavano il target che favoriva gli acquisti dell’esemplare; non dimentichiamoci anche le pubblicazioni su stampa quali Time e People. “Un bel trucco se possono farlo”, fu invece ciò che la Boston Phoenix, vedendo il prezzo pari a 600 dollari (paragonabile al prezzo in assoluto più basso per una stampante di qualità lettera).Perché si concepì l’esemplare come un “trucco”?
La risposta si ritrova nel fatto che effettivamente era un trucco, poiché i computer venivano presentati dietro un vetro colorato, nascondendo quindi il fatto che erano stati costruiti a mano e che avevano unità a nastro malfunzionanti. Aggiungiamo poi che la Coleco fece diversi ritardi nella spedizione degli esemplari (non in linea con le scadenze prefissate e, di conseguenza, non ottenendo il mezzo milione come obiettivo predefinito all'inizio della campagna), a causa di problemi legati a vari aspetti, non del tutto specificati. La rivista Ehi! non esitò a divulgare tale notizia, sottolineando eventuali perdite inestimabili che la Coleco avrebbe dovuto affrontare.Come difendersi?
Arnold Greenberg, se non che il CEO di Coleco, annunciò che alla fine del mese di Settembre si sarebbero spediti gli esemplari (coprendo quindi le scadenze non rispettate) e soprattutto, sottolineando il fatto che l’Adam Coleco non era un articolo prettamente Natalizio! La verità è che l’azienda non spedì nessuna unità prima di Natale, affermando che le unità prodotte sarebbero state destinate ai rivenditori (non raggiungendo quindi gli obiettivi prefissati). Ad un certo punto lo scenario era il seguente: un numero elevato di richieste da parte del segmento target di riferimento, contro un numero molto limitato di esemplari da poter vendere (aggiungo, anche difettose!) Non mancarono polemiche, critiche sulla produzione e sulla commercializzazione del prodotto ed un’analisi compiuta nel 1984 il quale affermò che l’Adam Coleco aveva di proposito “mirato” un target così specifico (ragazzi e padri), ovvero genitori e quindi utenti domestici che avevano figli-studenti che dovevano scrivere le loro tesine e mostravano ingenuità di fronte ai pc. La targetizzazione era stata del tutto volontaria: i pc si destinavano sostanzialmente ai meno “esperti”. Il mix di tutto questo causò un colpo basso per l’Adam Coleco, accusato di aver fatto una serie di promesse e aspettative che non erano poi state mantenute dalla casa madre. L’ inventario Coleco arrivò al punto di dover essere svenduto nel 1985, perdendo circa 35 milioni (durante il lancio del prodotto), seguiti da 13.4 milioni nei primi 9 mesi del 1984.Quali sono stati i dettagli tecnici?
Dopo una successione di accuse e polemiche, si deve pur dare uno spiraglio di luce all’esemplare, mostrando i suoi punti di forza. Innanzitutto l’home pc era dotato di una vasta libreria di software ed era derivato e compatibile con software e accessori di ColecoVision. Il suo sistema operativo era il CP/M, molto popolare all’epoca ed era disponibile come opzione. L’ Adam Coleco offriva un sistema completo in tutto e per tutto:- 80 kB di RAM
- Un’unità nastro
- Stampante di qualità lettera: il pc usava la stampa a margherita, di migliore qualità rispetto alle altre stampanti a matrice di punti dell’epoca. Dotata di nastro a monouso (come quelle utilizzate dall’IBM), produceva prodotti di ottima qualità (anche se bisognava sostituirli spesso).
- Software con incluso il videogame di Buck Rogers: Planet of Zoom
- Come tanti altri home pc, l’Adam utilizzava un televisore per il suo display.
- Interprete SmartWriter, ovvero il kernel del sistema operativo elementare (EOS) ed il sistema operativo OS-7 ColecoVision da 8kB. La particolarità sta nel fatto che l’Adam Coleco non aveva un suo interprete BASIC memorizzato nella ROM e che quindi, l’interprete SmartBASIC veniva consegnata su una cassetta a nastro Digital Data Pack in formato proprietario.
Dai vantaggi, agli svantaggi!
Come anticipato brevemente, molti esemplare risultarono essere difettosi (i numeri riportano 300 chiamate solo nella settimana di Natale, da parte di coloro che avevano acquistato l’home pc in analisi). I problemi riscontrati dall’uso del pc poi erano legati a:- Enorme utilizzo dell’energia elettromagnetica partendo dall’avvio, col rischio di eliminare il contenuto di qualsiasi supporto rimovibile lasciato o vicino o dentro l’unità;
- Nel caso in cui l’alimentazione della stampante si era interrotta o mancava, nessun sistema funzionava;
- Lo SmartWriter, una volta inserito in modalità Elaboratore di tesi, non tornava in modalità macchina da scrivere senza riavviare il sistema.
- Le unità Adam’s Digital Data Pack, anche se erano più veloci e capaci rispetto alle unità a cassetta audio usate dai concorrenti, non erano affidabili e nemmeno veloci come unità floppy disk.